PNRR, le disposizioni urgenti in materia di lavoro

Il Governo ha approvato misure per fronteggiare la crisi del settore della moda e di contrasto al lavoro sommerso (Presidenza del Consiglio dei ministri, comunicato 21 ottobre 2024, n. 101).

Tra gli altri provvedimenti adottati dal Consiglio dei ministri del 21 ottobre scorso c’è anche un decreto-legge che introduce disposizioni urgenti in materia di lavoro, università e ricerca per la migliore attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).

In particolare, il testo, al fine di garantire il raggiungimento di specifiche milestone del Piano nazionale di ripresa e resilienza in scadenza entro il prossimo 31 dicembre, introduce misure di contrasto al lavoro sommerso, interventi urgenti per fronteggiare la crisi occupazionale dei lavoratori dipendenti delle imprese del settore della moda, misure relative al Fondo unico per il pluralismo e l’innovazione digitale dell’informazione e dell’editoria, disposizioni urgenti in materia di reclutamento del personale docente, disposizioni urgenti riguardanti il Consiglio universitario nazionale, misure per l’accelerazione degli interventi strategici in materia di alloggi e residenze universitarie, interventi di ammodernamento strutturale e tecnologico del Campus del Politecnico di Milano.

Gli interventi nel settore della moda

Per quanto riguarda i lavoratori dipendenti del comparto della moda, il decreto-legge in argomento prevede 8 settimane di cassa integrazione in deroga nel 2024 per affrontare la crisi occupazionale.

L’integrazione al reddito riguarda i lavoratori dipendenti di imprese, anche artigiane, con un numero di addetti pari o inferiore a 15 operanti nel settore tessile, dell’abbigliamento e calzaturiero.

Come ulteriore misura di sostegno si prevede che l’integrazione salariale, ordinariamente erogata dal datore di lavoro al dipendente e poi rimborsata dall’INPS, potrà essere pagata direttamente dall’Istituto previdenziale nel caso in cui esistano serie e documentate difficoltà finanziarie.

 

CdM approva il Codice unico degli incentivi

Il Consiglio dei ministri ha approvato lo schema di decreto legislativo sul “Codice degli Incentivi”, in attuazione della Legge n. 160/2023, che ha delegato al Governo la revisione del sistema delle agevolazioni alle imprese (Ministero delle imprese e del made in Italy).

La riforma è volta a riordinare l’offerta degli incentivi statali, rafforzando il coordinamento tra amministrazioni centrali ed enti locali e a risolvere la complessità e l’inadeguatezza delle attuali procedure e della relativa strumentazione tecnica.

 

L’adozione, per la prima volta nell’ordinamento, di un “Codice degli incentivi”, consente di superare la frammentazione registrata in materia per realizzare un sistema di regole compiuto e organico inserendo la riforma nell’ambito della revisione del PNRR e del recepimento del capitolo dedicato a Re-Power Eu, individuandola come una possibile best practice a livello europeo.

 
Mediante i suoi 29 articoli, suddivisi in 5 Capi, lo schema di decreto attraversa tutto il processo connesso alla realizzazione del sostegno pubblico mediante incentivi alle imprese, definito “ciclo di vita dell’incentivo”, vale a dire programmazione, progettazione, attuazione, pubblicità e valutazione dei risultati.

 

Nel dettaglio, il primo tratto qualificante della proposta è rappresentato dalla centralità degli strumenti digitali, a partire dal “Registro nazionale degli aiuti di Stato” e dalla piattaforma telematica “Incentivi.gov.it” – entrambe in capo al Mimit – che verranno potenziate.

Verrà sviluppato infatti progressivamente un insieme di nuovi servizi a supporto delle diverse attività del ciclo di vita delle agevolazioni che andranno a formare il “Sistema incentivi Italia”.

Secondo tratto qualificante del nuovo Codice è da ritrovarsi nella standardizzazione e razionalizzazione dei processi di utilizzo, di richiesta e di applicazione degli incentivi. 
A riguardo vengono introdotte disposizioni per uniformare i principali contenuti dei bandi adottati dalle amministrazioni competenti, con la previsione anche di un “bando-tipo” in materia di incentivi alle imprese.

 

Vengono poi introdotti strumenti di programmazione dell’intervento pubblico in funzione dei risultati. La realizzazione del Programma Triennale degli Incentivi sarà infatti supportata dallo svolgimento di attività valutative che il codice prevede nel corso dell’intero del ciclo di vita dell’agevolazione.

A tal fine sarà istituito presso il Mimit il “Tavolo permanente degli incentivi”, una sede stabile di confronto tra Amministrazioni responsabili dello Stato, delle Regioni e delle Province Autonome.
 
Viene, altresì, introdotta una disciplina che regola le cause di esclusione all’accesso alle agevolazioni, come per esempio la sussistenza di una causa interdittiva in materia di documentazione antimafia, violazioni delle norme in materia di contributi previdenziali e mancata assicurazione per danni da calamità naturale.

CCNL Autostrade: sottoscritto l’accordo sul Premio Esazione Pedaggi

A decorrere dal 1° gennaio 2025 entra in vigore il nuovo regime retributivo 

Lo scorso 8 ottobre è stato sottoscritto il Verbale di Accordo tra Società Autostrade per l’Italia e le segreterie nazionali Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Sla-Cisal e Ugl Vl sull’istituto retributivo del “Premio Esazione Pedaggi“, istituito dal CCNL e disciplinato a livello normativo da ogni singola azienda. 
Le Parti hanno stabilito che per il personale assunto a tempo indeterminato successivamente al 1° gennaio 2019 e fino al 27 settembre 2022 e per tutto il personale già dipendente a tempo indeterminato l’importo è calcolato sulla media degli importi lordi mensili effettivamente percepiti a decorrere dalla data di assunzione/trasferimento in Esazione, con l’esclusione dell’anno 2020 in quanto poco rappresentativo a causa dei flussi ridotti del traffico per via del Covid.
Per il personale assunto a tempo indeterminato in data antecedente al 27 settembre 2022 le Parti hanno precisato che:
– ai fini del calcolo dell’importo, devono essere scorporati i mesi di mancata prestazione dovuti ad eventi di malattia, ricovero ospedaliero, infortunio, aspettativa non retribuita, congedo straordinario retribuito ex legge 104/90;
– il PEP non è erogato nei mesi in cui non è effettuata almeno una giornata di effettiva presenza in servizio.
Il nuovo regime retributivo è calcolato dal 1° gennaio 2025.

 

Fondo Fasie: per i lavoratori del settore vetro e lampade nuovo regolamento da gennaio 2025

Entro il 1° dicembre 2024 deve essere effettuata l’iscrizione al fondo e l’estensione della copertura sanitaria

Il fondo di assistenza sanitaria integrativa energia ha reso noto, per le lavoratrici ed i lavoratori del settore vetro e lampade, l’entrata in vigore, dal 1° gennaio 2025 sia del nuovo regolamento del fondo sia del nuovo piano sanitario. Sulla base di quanto inserito all’interno del regolamento i dipendenti del settore possono iscriversi all’opzione sanitaria standard, extra o plus. Qualora l’opzione sanitaria lo preveda, è possibile estendere la copertura sanitaria ad un convivente e in questo caso sarà obbligatorio presentare lo stato di famiglia. Per la quota di iscrizione, in caso di figli inabili al lavoro in maniera permanente, dove non è necessaria la convivenza anagrafica, il contributo verrà versato, come convivente, dal 26° anno di età. I prosecutori volontari possono iscriversi al fondo Fasie scegliendo tra le varie proposte sanitarie. Per diventare prosecutori volontari sarà necessario essere iscritti da almeno 60 mesi al fondo. 
Sempre a partire dal 1° gennaio 2025 le lavoratrici ed i lavoratori possono decidere di iscrivere i loro familiari al fondo. A partire dal 15 febbraio 2025 viene messo a disposizione il pacchetto prevenzione. È possibile richiedere un rimborso per ogni tipologia di lente a contatto. È possibile, inoltre, chiedere il rimborso di un’ulteriore quota pari a 40,00 euro in aggiunta a quella prevista dal piano sanitario del fondo, in caso di acquisto di occhiali da vista o lenti a contatto per un massimo 90,00 euro nel biennio. 
La quota di opzione sanitaria standard è pari a 189,00 euro; l’extra è di 339,00 euro e la plus di 890,00 euro. Per i familiari l’importo da versare è di 228,00 euro e per i conviventi di 444,00 euro. Per i prosecutori volontari e familiari/conviventi la quota per l’opzione sanitaria base è di 260,00 euro; standard di 620,00 euro; extra 930,00 euro e plus 1.430,00 euro. Per i familiari/conviventi la quota è di 550,00 euro. Quest’ultima quota deve essere versata solo nel caso in cui il prosecutore volontario decida di iscriversi alle opzioni standard ed extra. 
L’iscrizione al fondo deve essere effettuata entro il 1° dicembre 2024; e alla medesima scadenza deve essere effettuata anche quella per l’estensione della copertura sanitaria. 

Modifiche al codice dei contratti pubblici: equo compenso e tutele lavoristiche

Il Governo ha approvato in via preliminare un decreto legislativo con disposizioni integrative e correttive al D.Lgs. n. 36/2023 (Presidenza del Consiglio dei ministri, comunicato n. 101).

Il Consiglio dei ministri ha approvato ieri in via preliminare, tra l’altro, un decreto legislativo che introduce disposizioni integrative e correttive al Codice dei contratti pubblici ( D.Lgs. n. 36/2023).

Tra gli aspetti principali del provvedimento che mira a razionalizzare e semplificare la disciplina recata dal vigente codice dei contratti pubblici, risolvendo alcune criticità emerse in sede applicativa, ci sono alcuni aspetti riguardanti direttamente il lavoro: l’Equo compenso e le Tutele lavoristiche.

Equo compenso

Nel decreto legislativo in commento, vengono chiariti i termini di applicabilità della legge sull’equo compenso (Legge n. 49/2023) al settore dei contratti pubblici, in modo da operare un bilanciamento tra gli interessi. In tale ottica, si introducono specifici criteri per l’affidamento dei contratti relativi ai servizi di ingegneria e architettura e degli altri servizi di natura tecnica e intellettuale di importo pari o superiore a 140.000 euro, stabilendo che i corrispettivi, determinati secondo le modalità di cui al cosiddetto “decreto parametri”, sono utilizzati dalle stazioni appaltanti e dagli enti concedenti ai fini dell’individuazione dell’importo da porre a base di gara, comprensivo dei compensi, nonché degli oneri e delle spese accessori, fissi e variabili.

Inoltre, le stazioni appaltanti procedono all’aggiudicazione di questi contratti sulla base del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, individuata sulla base del miglior rapporto qualità/prezzo nel rispetto dei seguenti criteri: in relazione al 65% dell’importo da porre a base di gara, l’elemento relativo al prezzo assume la forma di un prezzo fisso (tale specificazione consente di individuare la componente non ribassabile dell’importo complessivo, in coerenza con il principio dell’equo compenso), per il restante 35% dell’importo da porre a base di gara, le tariffe possono essere oggetto di offerte al ribasso in sede di gara, fermo restando l’obbligo per la stazione appaltante di stabilire un tetto massimo per il punteggio economico, entro il limite del 30%, in modo da valorizzare la componente relativa all’offerta tecnica e dunque, l’elemento qualitativo della prestazione oggetto dell’affidamento.

All’affidamento dei contratti di servizi di ingegneria e architettura si applicano le disposizioni sulla verifica delle offerte anomale, con l’effetto di consentire l’esclusione automatica dalla procedura competitiva delle proposte non coerenti con i principi dell’equo compenso. Inoltre, si prevede che, per i contratti dei servizi di ingegneria e di architettura di importo inferiore a 140.000 euro, oggetto di affidamento diretto, i corrispettivi determinati secondo le modalità previste nel relativo allegato al Codice possono essere ridotti in percentuale non superiore al 20%.

Tutele lavoristiche

Allo scopo di orientare l’operato delle stazioni appaltanti e degli enti concedenti sia rispetto al contratto collettivo applicabile al personale dipendente impiegato nell’appalto o nella concessione da individuare nel bando, sia rispetto alla verifica di equipollenza dei contratti, viene introdotto un nuovo allegato, ai sensi del quale sono stabiliti i criteri e le modalità per l’individuazione del contratto collettivo di lavoro applicabile e per la presentazione e la verifica della dichiarazione di equivalenza delle tutele.